Kopernik ha scritto:Mi pare invece che altri nostri interlocutori disprezzino la divulgazione, che invece secondo me è utilissima
Mi sento chiamato in causa, quindi rispondo. Io non ho mai detto di essere contrario alla divulgazione scientifica, anzi, sono anch'io convinto che ci siano molti argomenti di cui un semplice appassionato si può occupare con piacere e profitto personale. Purtroppo, questi argomenti non sono tutti. Parte degli argomenti necessita di un supporto di conoscenze non banale senza il quale non è proprio possibile apprendere alcunché. Il problema non è la profondità della conoscenza raggiungibile, ma il fatto che, oltre un certo livello di complessità, gran parte delle cose smette di parlare il linguaggio di tutti i giorni per affidarsi solo a quello tecnico. Anche se in genere rimangono cose come "l'intuizione" e la "visualizzazione", sono comunque un'intuizione e una visualizzazione "addomesticate e condotte" dalla conoscenza tecnica. Quello che si ritrova a fare la divulgazione scientifica in questi casi è estrapolare queste "visualizzazioni" dal contesto ed offrirle all'appassionato, che, bevendosele senza l'apparato tecnico necessario, se ne fa un'idea che non corrisponde a realtà. Per fare un esempio: amatrix, parlavi di interazioni istantanee, ma per parlare di interazioni istantanee serve chiaramente un concetto di tempo, altrimenti parliamo di aria fritta. Tu sai qual'è il ruolo del tempo nella fisica moderna? Come è legato agli altri concetti fisici? Fino a che punto coincide con il tempo come ce lo immaginiamo noi? A me pare abbastanza chiaro che senza una risposta a queste domande (ma non solo a queste) tutto ciò che hai detto è abbastanza privo di senso. Tutto quello che hai detto dipende in modo troppo cruciale dalla definizione del tempo per poter anche solo sperare di capirci qualcosa senza averla chiarita. Tutto lo stupore e la bellezza che uno può intuire è possibile che si basino semplicemente sul fatto che, anziché immaginarsi il tempo nel modo corretto, lo si immagina nel modo usuale, e questo produce cose inaspettate. Non sto dicendo che in questo caso sia proprio così (non conosco abbastanza l'argomento), sto solo dicendo che è possibilissimo che sia così, o comunque qualcosa di simile.
amatrix92 ha scritto:Ecco per me una persona che vanta una buona cultura generale non può non conoscere i problemi filosofici derivanti dalla meccanica quantistica.
Una persona che vanta una buona cultura generale dovrebbe essere in grado di capire che, a meno di applicarsi, non potrà mai conoscere i problemi filosofici derivanti dalla meccanica quantistica. Sono abbastanza sicuro che la tua prospettiva su questi problemi filosofici cambierebbe radicalmente nel momento in cui tu arrivassi a studiare seriamente la meccanica quantistica, e finiresti probabilmente per abbandonare gran parte delle idee che hai ora al riguardo (se non tutte).
amatrix92 ha scritto:E infine credo che non ci sia cosa più sbagliata che dire che il professore di liceo non deve far appassionare alla materia.
Non ho mai detto neanche questo. Sono perfettamente d'accordo che un professore debba cercare di far appassionare uno studente alla materia, perché solo in questo modo si può trasmettere la bellezza di ciò che si è visto. Ci sono però due cose da precisare: la prima è che far appassionare gli alunni a qualcosa che non sono materialmente in grado di imparare ed apprezzare vuol dire, in definitiva, ingannarli. Sono sicuro che il tuo prof non intendesse farlo, ma in fondo è proprio questo che ha fatto: vi ha appassionati ad un'immagine sbagliata, facendovi pensare che fosse quella vera. La seconda è che, in ogni caso, il tentare di appassionare gli studenti dovrebbe, penso, venire dopo la scelta del programma: prima si sceglie almeno la linea generale degli argomenti, in base a criteri quali le disposizioni ministeriali o i prerequisiti a disposizione della classe. Dopodiché ci sono mille altri modi di far appassionare gli studenti: spiegare bene, tra gli argomenti accessori, non fondamentali, scegliere quelli più belli e appassionanti, provare a coinvolgere gli studenti nel processo conoscitivo... Voglio dire che il tentativo di appassionare gli studenti dev'essere un criterio solo secondario, altrimenti si fanno veramente lezioni di PES2011.
Un'ultima cosa. Io non ho neanche mai detto di disprezzare il libro di Du Sautoy, ed infatti non lo disprezzo, o almeno non tutto, né mi vergogno di averlo letto. Che gli esercizi di Archimede mi siano stati più utili, oltre ad essermi piaciuti di più, è un dato oggettivo. Quello che mi dà fastidio di quel libro sono pezzi come questo:
Il buon Marcus ha scritto:Quello che Riemann aveva fatto era stato prendere ciascuno dei punti situati a livello del mare sulla mappa del mondo immaginario. Da ciascun punto aveva creato un'onda, una nota emessa da un qualche strumento matematico. Combinando tutte queste onde, ottenne un'orchestra che suonava la musica dei numeri primi.
Questo è rivestire un argomento di una bellezza che non gli è propria, perché tramite il libro non si è in grado, per un motivo o per l'altro, di rendere tutta la potenza della bellezza vera. In genere, ad esempio nelle biografie, lo si chiama "romanzare", ed è una cosa ben diversa dalla divulgazione, e che si basa, in ultima analisi, su di un inganno: si mette il lettore nella condizione di formarsi un giudizio ("è bello!" / "fa schifo!") su di una cosa che non conosce, cioè lo si induce a un pregiudizio, e lo si colpisce con un fascino che è solo ed esclusivamente il fascino delle parole.