bonus doctor non eris nisi optimus goliardus fueris
A tutte le genti dell’Alta e Reverenda Università degli Studi di Milano (Statale per gli amici), salve!
Noi siamo il D.S.G.M. (per amici, affiliati e impediti con gli scioglilingua: il Ducato), ordine goliardico sovrano sulla Statale e il Duca è il nostro signore: goliarda sovrano della nostra beneamata università.
Se già questo vi ha fatto scattare qualche campanello ben venga, altrimenti questo topic serve proprio a spiegare.
Il Ducato è un ordine facente parte della antichissima tradizione universitaria della Goliardia. Presente in tutte le città universitarie italiane e nelle maggiori università internazionali la Goliardia è libertà, divertimento, confronto e crescita.
La Goliardia è un gioco animato da regole antiche ma sempre in mutamento: non siamo massoni dai riti rigidi e le gerarchie opprimenti; non siamo una corporazione mossa da intenti politici od economici; non siamo una setta di fanatici convinti che citofonare alla gente alle 8 di mattina donerà loro il regno dei cieli.
La Goliardia è apolitica, areligiosa e per tradizione squattrinata (ciò non toglie che, in nome della libertà, accettiamo tutti, atei e religiosi, politicizzati e apolitici, poveri e ricchi). I nostri riti e le nostre gerarchie sono una presa in giro di tutte le gerarchie e i riti spesso assurdi che la società ci impone, create da gente poco intelligente o incapace di godere della propria libertà e che temendo questi due aspetti nel prossimo tenta di soffocarli piegando l’individuo a dei sistemi alienanti: in ufficio, nelle scuole, nella politica, nelle poste, nel clero e nelle segreterie universitarie (soprattutto nelle segreterie universitarie!).
Noi siamo lo specchio deforme di questa società, sani nella nostra apparente pazzia.
I nostri dei sono Bacco, Tabacco e Venere, le nostre leggi sono sempre in gioco e il goliarda è chiamato in ogni momento ad esprimere se stesso con intelligenza, arguzia e spirito perché chi si mostra abbondante di queste virtù viene elevato e considerato anche al di sopra dei propri capi in Goliardia anche se dovesse ricoprire la carica più bassa. Il nostro scopo e divertirci mettendo a frutto la spensieratezza della gioventù e la comprensione (della cultura, della vita e del mondo) dei nostri studi, godendo al massimo degli irripetibili e, ahimè, fuggenti anni universitari, preparandoci così ad affrontare la vita che ci attende dopo il fatidico momento della laurea.
Spero che queste poche righe siano riuscite a spiegarvi qualcosa. Purtroppo non è possibile racchiudere la Goliardia e le sue molte sfaccettature in una definizione breve ed universalmente valida; la Goliardia la si comprende vivendola ed esistono tante idee di Goliardia quanti sono i goliardi. Per maggior completezza riporterò in coda al post due definizioni storiche molto diffuse, frutto di goliardi più autorevoli del sottoscritto.
Se quanto qui esposto vi ha convinto a cercarci o anche solo incuriosito non fatevi remora alcuna a farvi sentire qui o a contattarmi in privato per incontrarci, far domande o anche solo ricoprici di insulti costruttivi (o distruttivi )
Che la vostra bottiglia sia sempre piena a dispetto di quanto velocemente la svuotiate, che il vostro letto sia sempre pieno e il vostro sonno piacevolmente breve, che il vostro pacchetto conservi sempre due paglie e almeno cinque quando la prima macchinetta è lontana e arduo il cammino.
In nomine Bacci, Tabacci Venerisque
Rebel I.L.U.T.M. Matricola de lo Ducatus Summus Gentium Mediolanensium
I Principi di Goliardia Venezia 1946 bar Florian
“Goliardia è cultura e intelligenza.
E’ amore per la libertà e coscienza delle proprie responsabilità sociali davanti alla scuola di oggi e alla professione di domani.
E’ culto dello spirito che genera un particolare modo di intendere la vita alla luce di una assoluta libertà di critica, senza alcun pregiudizio di fronte ad uomini ed istituti.
E’ infine culto delle antichissime tradizioni che portarono nel mondo il nome delle nostre libere Università di scholari.”
Dall’Archivio del Bo’
“Madre Goliardia: comprendere e non giudicare; l’arma più civile è il sorriso: quanto è bella giovinezza che si fugge tuttavia; nulla è sacro e inviolabile. Solo in un mondo impazzito come il nostro può trovarsi chi osi ricercare la morte di Nostra Santa Madre, senza rendersi conto che così apre la strada all’intolleranza ed alla violenza caratteristiche della più laida vecchiezza...”