osservazione sui libri: piccola discussione
Inviato: 18 nov 2005, 17:32
regaz, non so se postarlo qui o da altre parti, ma riguarda la cultura matematica (quasi)
Allora, io confrontando molti libri in biblioteca su uno stesso argomento (e il giusti e' troppo complicato, e l'adams troppo semplice, il marcellini sbordone va bene ma e' in prestito, etc..) per cavarne qualcosa, mi sono accorto di cio' (scusate l'italiano ma sono scarso).
Molti libri, piu' volte (in diversi punti da libro a libro ovviamente), nel dimostrare un qualcosa fanno cosi':
dati due passaggi in una dimostrazione, successivi e consequenziali
-Passaggio A implica una data operazione A'
-Passaggio B implica una data operazione B'
Spesso, tra il pass. A e il pass B manca un passaggio intermedio C con una data operazione C'.
Ora, se quest'operazione e' veramente banale (una messa in evidenza, un prodotto notevole, una semplificazione di max 2-3 fattori, etc..) in effetti si puo' anche saltare per non appesantire la lettura e mantenere sveglio il lettore.
Ma, alcune volte, il passaggio C non e' proprio banale (almeno per me). Cioe' alcune volte richiama una definizione, il risultato di un teorema precedente, una delle ipotesi, per giustificare il passaggio successivo, insomma un operazione che non e' visibile immediatamente, ma i libri la omettono.
Ora mi chiedo, perche'?
per risparmiare pagine?
perche' l'autore si scoccia?
per fare un libro che non ha una lettura lineare (cioe' io intendo scorrevole facilmente) per fare bella figura con i colleghi?
perche' si scordano di metterla in quanto, per l'autore, troppo evidente?
perche' si scordano?
perche' alla fine non sanno fare la dimostrazione e se la ricordano a memoria (molto improbabile, pero' non si sa mai)?
per stimolare il lettore a ricordarsi le cose?
altri motivi..
secondo voi perche'?
secondo me e' probabile che si scocciano di scrivere tutto e tendono a sintetizzare oppure perche' per loro e' troppo evidente.
Allora, io confrontando molti libri in biblioteca su uno stesso argomento (e il giusti e' troppo complicato, e l'adams troppo semplice, il marcellini sbordone va bene ma e' in prestito, etc..) per cavarne qualcosa, mi sono accorto di cio' (scusate l'italiano ma sono scarso).
Molti libri, piu' volte (in diversi punti da libro a libro ovviamente), nel dimostrare un qualcosa fanno cosi':
dati due passaggi in una dimostrazione, successivi e consequenziali
-Passaggio A implica una data operazione A'
-Passaggio B implica una data operazione B'
Spesso, tra il pass. A e il pass B manca un passaggio intermedio C con una data operazione C'.
Ora, se quest'operazione e' veramente banale (una messa in evidenza, un prodotto notevole, una semplificazione di max 2-3 fattori, etc..) in effetti si puo' anche saltare per non appesantire la lettura e mantenere sveglio il lettore.
Ma, alcune volte, il passaggio C non e' proprio banale (almeno per me). Cioe' alcune volte richiama una definizione, il risultato di un teorema precedente, una delle ipotesi, per giustificare il passaggio successivo, insomma un operazione che non e' visibile immediatamente, ma i libri la omettono.
Ora mi chiedo, perche'?
per risparmiare pagine?
perche' l'autore si scoccia?
per fare un libro che non ha una lettura lineare (cioe' io intendo scorrevole facilmente) per fare bella figura con i colleghi?
perche' si scordano di metterla in quanto, per l'autore, troppo evidente?
perche' si scordano?
perche' alla fine non sanno fare la dimostrazione e se la ricordano a memoria (molto improbabile, pero' non si sa mai)?
per stimolare il lettore a ricordarsi le cose?
altri motivi..
secondo voi perche'?
secondo me e' probabile che si scocciano di scrivere tutto e tendono a sintetizzare oppure perche' per loro e' troppo evidente.