ipparco ha scritto:
Invece non condivido quello che dice Carlein: la fisica si fa con il cervello dell'homo sapiens, è assolutamente ovvio che l'homo sapiens usi, per descrivere la realtà, le sue categorie (cioè la matematica). Il fatto che in fisica si usi molta matematica avanzata non significa nulla, se non che finora non si è riusciti a fare di meglio (cioè usare matematica "semplice").
Mi pare che tu non abbia capito quello che dicevo.
Io intendevo sottolineare la differenza tra due percezioni della realtà che la nostra civiltà ha sviluppato, la percezione "abitudinaria" della realtà che l'homo sapiens ha,ovvero una percezione semplificata della realtà e delle possibili interazioni tra le cose,dovuta a ragioni evolutive:la maggior parte del genere umano ha un cervello per occuparsi di problemi pratici e concreti,e non per dissertare e fantasticare,e per rendere il tutto più efficente,è ovvio che alla mente si devono prospettare un numero limitato e ben definito di operazioni e interpretazioni possibili(se fare giardinaggio divenisse qualcosa su cui fantasticare e problematizzare ci ritroverremmo presto la casa sommersa dagli alberi).L'altra percezione possibile è quella in cui entra in gioco la matematica:il puntonon
è matematica semplice o avanzata,ma la possibilità di poter parlare di qualcosa anche se con essa non si è mai avuto a che fare,elencando semplicemente degli assiomi e traendone le conseguenze.Così è possibile sfuggire a tutti quei pregiudizi che,giustamente e per i motivi suddetti,si presentano di solito alla mente e prospettare anche le cose più assurde,ma che abbiano un fondamento logico;questa cosa permette di aprire nuovi orizzonti anche alla fisica e alle scienze naturali,perchè è chiaro che il nostro buon senso non è nato per spiegare la natura, ma forse per piegare la natura alle esigenze del nostro organismo. Nelle scienze invece è la mente che abbandonando ciò a cui è abituata,si deve lasciar piegare anche a ciò cui il buon senso sfugge.Per farti un esempio un giornalista del Times(mi pare)all'indomani della pubblicazione della relatività generale sostenne che era illogica:voleva dire forse che era contro il buon senso,e questo è pure vero perchè a che serve al buon senso un interpretazione relativistica dell'universo?In questo senso intendevo sottolineare la massima utilità per le scienze empiriche della matematica più astratta.
Lo stolto è colui che dice quello che sa.Il saggio è colui che sa quello che dice.
"And then one day you find,ten years have got behind you,no one told when to run,you missed the starting gun"